"SONJA MARKUS SALATI"
Dal 10 aprile 2011 Al 22 maggio 2011 Vernissage: 09 04 2011 Ora: 15:00
Presso:
GALLERIA CASA DUGNANI
via Mazzini 6 - ROBECCO SUL NAVIGLIO - (Milano)
Curatore:
Vevè Benini, Zoe Markus Salati
Ufficio stampa:
Ufficio stampa:
Next Comunicazione
tel. 039 955855 – cell. 340 8967170 - fax 039 955855
antonelladechiara@nextcomunicazione.com
www.nextcomunicazione.com
Vevè Benini, Zoe Markus Salati
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Recapiti telefonici:
tel +39 02 947 1745 cell. 333 634 3935
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Orario spazio espositivo:
orario: ore 10,30 - 19,00 sabato e domenica orario continuato da lunedì a venerdì su appuntamento
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Biglietto: libero
SONJA MARKUS SALATI, IN APRILE A ROBECCO SUL NAVIGLIO Robecco sul Naviglio (Mi) – Sabato 9 aprile 2011 dalle ore 15 vernissage della nuova mostra di Galleria Casa Dugnani, storica dimora del quattrocento affacciata sul Naviglio Grande, con le opere della pittrice svizzera Sonja Markus Salati (1902-1993). L’esposizione dei dipinti si snoda in un percorso artistico suddiviso in due grandi sezioni.Nella prima sala sono esposte le opere che raccontano Sonja Markus Salati pittrice, con una selezione di circa quaranta delle oltre tremila opere realizzate nel corso della sua carriera artistica. La seconda sala espositiva è dedicata a Sonja Markus Salati danzatrice e coreografa, dove verranno eccezionalmente esposti i costumi di scena ideati e realizzati dall’artista. Qui sarà fruibile il film documentario “La Danza della vita” – Frammenti di una biografia” di Zoe Markus Salati, Variofilm, Cureglia /TSI, 2004, mai proiettato prima in Italia. La mostra riceve il patrocinio del Consolato Generale di Svizzera a Milano e dell'Istituto Svizzero di Roma. Le opere ritornano a Milano dopo la personale che si svolse alla Galleria San Fedele nel febbraio del 1954.
Mostra: SONJA MARKUS SALATI
Inaugurazione: sabato 9 aprile 2011 alle ore 15,00
periodo: dal 10 aprile al 22 maggio 2011
orario: ore 10,30 - 19,00 sabato e domenica orario continuato
da lunedì a venerdì su appuntamento
ingresso gratuito
GALLERIA CASA DUGNANI
via Mazzini 10
20087 Robecco S/N (MI)
tel +39 02 947 1745 cell. 333 634 3935
info@galleriacasadugnani.it
www.galleriacasadugnani.it
http://sonjamarkus-salati.blogspot.com/
Ufficio stampa:
Next Comunicazione
tel. 039 955855 – cell. 340 8967170 - fax 039 955855
antonelladechiara@nextcomunicazione.com
www.nextcomunicazione.com
SONJA MARKUS SALATI (1902-1993)
“Fingi che ogni giorno brilli ultimo per te.
Accetterai riconoscente il tempo che più non speravi di avere”
da Orazio, Epistole, I, 4, 13
Ultima di sei fratelli, Sonja Markus nasce a Zurigo nel 1902. La famiglia è fuggita dalla Russia degli zar alla fine del 19esimo secolo. Sonja resta orfana di madre a soli nove anni. È allevata dalla sorella Mary, energica e lavoratrice, che, grazie al negozio di stoffe nella città vecchia di Zurigo, riesce a sfamare la famiglia. Sonja, invece, come il padre, è una sognatrice. Appena maggiorenne lascia Zurigo attirata da Dresda. Qui si trova la migliore scuola di “danza libera”.
I maestri, molti dei quali fuggiti dalla Russia comunista, si chiamano Sasha e Ludmilla Sacharov, Rudolf von Laban, Gret Palucca, Mary Wigman, Gertrud Kraus. E a Dresda si concretizza dunque il suo sogno sulle ali della danza.
Sonja però è insofferente alle varie scuole: vuole creare, e ci riesce, uno stile tutto suo rielaborando il vissuto della danza popolare del mondo intero.
Eccola coreografa, decoratrice (dipinge i suoi manifesti) e sarta. I suoi meravigliosi costumi di scena sono assemblati con un ingegnoso sistema di spille di sicurezza.
Trasfigura e interpreta antiche leggende: storie d’amore, tragedie di “migranti”, il “cerchio del destino”.
Danza prima, pittura poi, è sempre un fuga in avanti. Per Sonja Markus, l’arte, la bellezza, la poesia leniscono le sofferenze disseminate sul cammino della vita.
Nel 1933, dopo la presa di potere di Hitler, Sonja Markus e Vinicio Salati - poeta e giornalista della Svizzera italiana che ha conosciuto a Dresda e che diventerà suo
marito - lasciano la Germania.
Prima tappa Parigi, poi Zurigo, sono numerosi gli spettacoli di danza tenuti da Sonja, accompagnati al pianoforte da Vinicio.
Durante il periodo bellico la coppia si trasferisce a Lugano. Vinicio Salati diventa il solo giornalista fisso del quotidiano antifascista “Libera Stampa”. Al giornale che rimarrà un punto di riferimento per gli esuli italiani collaborano fra i tanti: Nenni, Pacciardi, Salvemini e Silone.
La vita di coppia dei coniugi Salati Markus prosegue altalenante.
Dopo la morte della prima figlia Dunja, nasce la secondogenita Zoe (vita, in greco).
Nel 1948 Sonja, non più giovanissima, inizia a dipingere.
La ricorda la figlia Zoe: «Tutto le serviva da supporto per i suoi maldestri tentativi: caraffe di vetro, bottigliette di profumo, bicchieri, pezzi di carta, di legno... Sonja, pur riconoscendo l’esito mediocre di quello che faceva, non si lasciava scoraggiare. Continuerà comunque a ripetere fino alla fine: “Io sono nata danzatrice, non pittore”. Dopo il distacco dal marito è attivissima: ritorna a Zurigo, dove le mostre patrocinate sia dalla città, sia dal cantone sono numerose. Poi, alla fine degli anni Cinquanta, rientra in Ticino attirata dagli amici, dalla natura e dal clima. La si vede con il suo eterno “basco” dai colori vivacissimi alle mostre, ai concerti, sempre interessata a tutto: musica, pittura, letteratura. La gente la ricorda come sognatrice e caparbia, tollerante e intransigente. Le sue gaffe rimangono
leggendarie: come il bambino della fiaba di Andersen “Le vesti dell’imperatore” dice schiettamente quello che pensa a scapito di ipocrisia e diplomazia.
La sua casa è frequentata da tanti amici e in particolare da giovani artisti. La sua franchezza e la sua modestia non le hanno mai creato inimicizie.
A Vinicio Salati, l’amico di sempre, l’ultimo accenno di canto:
“Vieni da un tempo remoto
sulla spiaggia densa di silenzio
e popoli un mondo millenario
di fragile apparenza”.
GALLERIA CASA DUGNANI
Galleria Casa Dugnani apre nell’autunno 2009, con due principali spazi espositivi, per un totale di circa 300 mq: quattrocentesco l’uno, con i suoi camini monumentali, cinquecentesco l’altro, ricavato da una cantina con volte a botte. E' inoltre possibile disporre di spazi nel parco di pertinenza per allestimenti od istallazioni en-plain-air.
La galleria si affaccia sul Naviglio Grande. Acqua che corre veloce e limpida, acqua che porta con sé memoria di montagne, di tradizioni, di fatiche e laboriosità: acqua che parla delle nostre genti.
Sponde antiche di secoli e, lungo di esse, ville un tempo ‘di delizia’. Casa Dugnani, quattrocentesca nel suo nucleo e nelle formelle in cotto che ne ingentiliscono le finestre, con l’acqua condivide destino di passato, di presente e di futuro. Così l’arte che vi si rappresenta: conosce il passato, nasce nel presente, ma si rivolge al futuro.
Un progetto espositivo volto a contribuire alla conoscenza e divulgazione in Italia dell’opera creativa di artisti sia emergenti che affermati, italiani ed internazionali. Durante l’anno, da due a tre cicli di esposizioni, personali o collettive.
Inaugurazione: sabato 9 aprile 2011 alle ore 15,00
periodo: dal 10 aprile al 22 maggio 2011
orario: ore 10,30 - 19,00 sabato e domenica orario continuato
da lunedì a venerdì su appuntamento
ingresso gratuito
GALLERIA CASA DUGNANI
via Mazzini 10
20087 Robecco S/N (MI)
tel +39 02 947 1745 cell. 333 634 3935
info@galleriacasadugnani.it
www.galleriacasadugnani.it
http://sonjamarkus-salati.blogspot.com/
Ufficio stampa:
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tel. 039 955855 – cell. 340 8967170 - fax 039 955855
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SONJA MARKUS SALATI (1902-1993)
“Fingi che ogni giorno brilli ultimo per te.
Accetterai riconoscente il tempo che più non speravi di avere”
da Orazio, Epistole, I, 4, 13
Ultima di sei fratelli, Sonja Markus nasce a Zurigo nel 1902. La famiglia è fuggita dalla Russia degli zar alla fine del 19esimo secolo. Sonja resta orfana di madre a soli nove anni. È allevata dalla sorella Mary, energica e lavoratrice, che, grazie al negozio di stoffe nella città vecchia di Zurigo, riesce a sfamare la famiglia. Sonja, invece, come il padre, è una sognatrice. Appena maggiorenne lascia Zurigo attirata da Dresda. Qui si trova la migliore scuola di “danza libera”.
I maestri, molti dei quali fuggiti dalla Russia comunista, si chiamano Sasha e Ludmilla Sacharov, Rudolf von Laban, Gret Palucca, Mary Wigman, Gertrud Kraus. E a Dresda si concretizza dunque il suo sogno sulle ali della danza.
Sonja però è insofferente alle varie scuole: vuole creare, e ci riesce, uno stile tutto suo rielaborando il vissuto della danza popolare del mondo intero.
Eccola coreografa, decoratrice (dipinge i suoi manifesti) e sarta. I suoi meravigliosi costumi di scena sono assemblati con un ingegnoso sistema di spille di sicurezza.
Trasfigura e interpreta antiche leggende: storie d’amore, tragedie di “migranti”, il “cerchio del destino”.
Danza prima, pittura poi, è sempre un fuga in avanti. Per Sonja Markus, l’arte, la bellezza, la poesia leniscono le sofferenze disseminate sul cammino della vita.
Nel 1933, dopo la presa di potere di Hitler, Sonja Markus e Vinicio Salati - poeta e giornalista della Svizzera italiana che ha conosciuto a Dresda e che diventerà suo
marito - lasciano la Germania.
Prima tappa Parigi, poi Zurigo, sono numerosi gli spettacoli di danza tenuti da Sonja, accompagnati al pianoforte da Vinicio.
Durante il periodo bellico la coppia si trasferisce a Lugano. Vinicio Salati diventa il solo giornalista fisso del quotidiano antifascista “Libera Stampa”. Al giornale che rimarrà un punto di riferimento per gli esuli italiani collaborano fra i tanti: Nenni, Pacciardi, Salvemini e Silone.
La vita di coppia dei coniugi Salati Markus prosegue altalenante.
Dopo la morte della prima figlia Dunja, nasce la secondogenita Zoe (vita, in greco).
Nel 1948 Sonja, non più giovanissima, inizia a dipingere.
La ricorda la figlia Zoe: «Tutto le serviva da supporto per i suoi maldestri tentativi: caraffe di vetro, bottigliette di profumo, bicchieri, pezzi di carta, di legno... Sonja, pur riconoscendo l’esito mediocre di quello che faceva, non si lasciava scoraggiare. Continuerà comunque a ripetere fino alla fine: “Io sono nata danzatrice, non pittore”. Dopo il distacco dal marito è attivissima: ritorna a Zurigo, dove le mostre patrocinate sia dalla città, sia dal cantone sono numerose. Poi, alla fine degli anni Cinquanta, rientra in Ticino attirata dagli amici, dalla natura e dal clima. La si vede con il suo eterno “basco” dai colori vivacissimi alle mostre, ai concerti, sempre interessata a tutto: musica, pittura, letteratura. La gente la ricorda come sognatrice e caparbia, tollerante e intransigente. Le sue gaffe rimangono
leggendarie: come il bambino della fiaba di Andersen “Le vesti dell’imperatore” dice schiettamente quello che pensa a scapito di ipocrisia e diplomazia.
La sua casa è frequentata da tanti amici e in particolare da giovani artisti. La sua franchezza e la sua modestia non le hanno mai creato inimicizie.
A Vinicio Salati, l’amico di sempre, l’ultimo accenno di canto:
“Vieni da un tempo remoto
sulla spiaggia densa di silenzio
e popoli un mondo millenario
di fragile apparenza”.
GALLERIA CASA DUGNANI
Galleria Casa Dugnani apre nell’autunno 2009, con due principali spazi espositivi, per un totale di circa 300 mq: quattrocentesco l’uno, con i suoi camini monumentali, cinquecentesco l’altro, ricavato da una cantina con volte a botte. E' inoltre possibile disporre di spazi nel parco di pertinenza per allestimenti od istallazioni en-plain-air.
La galleria si affaccia sul Naviglio Grande. Acqua che corre veloce e limpida, acqua che porta con sé memoria di montagne, di tradizioni, di fatiche e laboriosità: acqua che parla delle nostre genti.
Sponde antiche di secoli e, lungo di esse, ville un tempo ‘di delizia’. Casa Dugnani, quattrocentesca nel suo nucleo e nelle formelle in cotto che ne ingentiliscono le finestre, con l’acqua condivide destino di passato, di presente e di futuro. Così l’arte che vi si rappresenta: conosce il passato, nasce nel presente, ma si rivolge al futuro.
Un progetto espositivo volto a contribuire alla conoscenza e divulgazione in Italia dell’opera creativa di artisti sia emergenti che affermati, italiani ed internazionali. Durante l’anno, da due a tre cicli di esposizioni, personali o collettive.
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